Cecilia Rossetto
Cecilia Rossetto è una giovane fotografa italiana di 22 anni che ha fatto dell'istantaneo il suo p ...
Al mio interno
Nelle pieghe più profonde
A passo deciso ma leggeroMi addentro
In un’anima senza filtri ma
Razionale
Racchiusa in un corpo chiaro
Dalle linee affilate
Ma di femminea dolcezzaCon il cuore un po’ scoperto,
Mi lascio guardare
Forse scrutare
E mi sento piccola, maViva
Questa volta è il mio turno.
E’ vero, già mi ero presentata ma da buona padrona di casa è giusto che anche io (mi) esponga.
E’ un progetto che nasce come lavoro di tesi triennale in concomitanza con la relazione monografica sull’artista femminista italiana Marcella Campagnano.
In questo lavoro mi sono messa a nudo, sia emotivamente che fisicamente.
La mia ricerca si è incentrata sul tema dell’autoritratto, fulcro della tesi.
Il tutto ha origine un pomeriggio del marzo 2018 quando in una libreria mi innamoro di un libro che raccoglie una serie di autoritratti della fotografa americana Vivian Maier. Il modo in cui lei entra in un intimo rapporto con la sua Rolleiflex mi ha affascinato al punto che in quel momento mi venne in mente l’idea di ricreare alcune di quelle immagini con la mia polaroid Lomo’Instant.
La mia ricerca è poi continuata attraverso il libro di Susan Bright, Auto Focus. L‘autoritratto nella fotografia contemporanea. Le immagini qui contenute raffigurano volti sinceri e autentici ma anche enigmatici e malinconici.
Da questa raccolta di immagini alcune artiste mi sono rimaste impresse. Tra tutte cito Nan Goldin e Cristina Nuñez i cui autoritratti mi hanno trasmesso sicurezza e vulnerabilità insieme.
Chi fotografa sa quanto sia difficile mettersi dall’altra parte dell’obiettivo perché in quel momento sei tu il modello di te stesso, sei tu che devi essere sincero e reale con la macchina fotografica.
Non sembra ma è davvero così: la fotografia scopre e porta alla luce la parte più interiore di noi. Ed io in questo progetto ho voluto smascherarmi e ritrovarmi. Restare, per l’appunto, senza filtri.
La serie segue una doppia lettura.
Gli scatti raffigurano una parte precisa del mio corpo: la schiena, la pancia, i piedi, le mani, il mio profilo. Dunque una sorta di focus, un close-up in cui in primo piano c’è solo una parte che compone il tutto.
La seconda lettura è invece l’unione di questi scatti: guardando nel complesso tutte le fotografie si andrà a ricreare esattamente la mia immagine. Tutti i pezzi avranno il loro ordine, dalla testa ai piedi.
E così si manifesterà più chiaramente il vero e proprio autoritratto.
Concludo lasciando che un fotografo che ammiro, Frank Horvat, parli al posto mio perché in queste semplici parole ha raccolto tutta l’essenza del lavoro.
“UNO
Come solo, isolato, separato, particolare, unico.
Come il mio naso, la mia bocca, il mio cuore.
Come mia madre,
come mio padre,
come me“
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